L’hockey su Ghiaccio in Repubblica Ceca
Lo sport più seguito dalla popolazione ceca è l’hockey su ghiaccio, così come negli altri paesi dell’est Europa. Uno degli idoli in questa disciplina per gli sportivi cechi è Jaromír Jágr, campione indiscusso della Nazionale di hockey della Repubblica Ceca che fin dall’inizio della sua carriera agonistica ha voluto indossare la maglia numero 68 in onore della Primavera di Praga del 1968.
Una partita di hockey che diventa leggenda
Ogni partita di hockey riesce a creare un grande entusiasmo e ad animare le piazze e i beer garden di Praga. Gli incontri con la squadra russa sono forse quelli più accesi e diventano motivo di orgoglio nazionale che va oltre lo sport.
Tutto iniziò nella primavera del 1969, esattamente il 21 marzo a Stoccolma, in occasione dei Campionati Mondiali di hockey, quando la Nazionale Ceca si chiamava ancora Cecoslovacchia e le divise russe mostravano la sigla CCCP. L’edizione del 1969 era programmata nell’allora Cecoslovacchia ma fu trasferita a Stoccolma a causa dell’instabilità politica del Paese. Le truppe del Patto di Varsavia avevano occupato la Cecoslovacchia nell’agosto del 1968 e messo fine alla Primavera di Praga e al socialismo con un volto umano di Alexander Dubček.
La Nazionale Cecoslovacca entrò in campo coprendo la stella rossa sulle divise con del nastro nero. Emblematico il gesto del giocatore simbolo Jozef Golonka che imbracciando la mazza come fosse un fucile, prese la mira e mimò come sparare gli avversari sovietici. Tutto il popolo cecoslovacco chiedeva quella vittoria e l’intera Nazione vinse entrambi gli incontri: 2 a 0 il primo e 4 a 3 il secondo.
Anche il popolo svedese partecipò all’entusiasmo dei Cecoslovacchi, diversi cori furono dedicati a Dubček, e nei festeggiamenti per la vittoria apparve anche il messaggio “Noi non abbiamo paura dei Russi”. L’intera Nazione spinse il puck (il disco usato nell’hockey) nella porta avversaria e caroselli festanti sfilarono senza paura difronte i carri armati sovietici nella città di Praga occupata. La presenza sovietica duro per ben vent’anni, fino alla Rivoluzione di Velluto.