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La guerra delle onde

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La Storia di una Radio che non c’era

“Aiuto ci stanno invadendo” Radio Praga urlava al mondo dalle sue frequenza nella notte tra il 20 e il 21 agosto 1968. Nella mattinata dopo violenti scontri nelle strade vicine, la sede di Vinohradská 12 fu occupata dai soldati invasori. Radio Praga trovò però rifugio nei locali di Radio Oggi in Italia nel quartiere di Nusle.

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Continuò a trasmettere clandestinamente condannando la politica di Mosca e informando tempestivamente sulla reale situazione in Cecoslovacchia. Questo per due settimane, poi iniziò la “normalizzazione”… fino alla Rivoluzione di Velluto.

Radio Oggi in Italia

Andiamo ora alla radio che trasmetteva da Praga in Italia la propaganda dal PCI beffando il monopolio della Rai dal 1951 al 1971.
Ma perchè da Praga? Molti attivisti di sinistra ed ex-partigiani italiani si rifugiarono nella capitale ceca finanziati dal KSC cecoslovacco. Il governo italiano più volte aveva minacciato d’interrompere i rapporti commerciali con la Cecoslovacchia, ma le autorità locali fingevano di conoscere l’esistenza di quella radio comunista italiana a Praga.

La sede era in una villetta nel quartiere residenziale di Nusle a Praga4, nessuno sapeva dove fosse, l’indirizzo ufficiale della radio era in Germania. Noi siamo riusciti a trovarla…

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Radio Oggi cessò di esistere dopo l’intervista di Enrico Berlinguer nella quale condannava il processo di normalizzazione imposto alla Cecoslovacchia. Stella Amici era la speaker e Araldo Tolomelli era il capo-redattore.

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Reazioni nel mondo

L’invasione di Praga dalle truppe del Patto di Varsavia aveva smosso gli animi un po’ ovunque.

“Per la tua e la nostra libertà” fu lo slogan di alcuni dissidenti russi nella Piazza Rossa di Mosca il 25 agosto 1968. Subito arrestati e alcuni condannati in una clinica psichiatrica.

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“…Per i cittadini della Cecoslovacchia, queste persone sono diventate la coscienza dell’Unione Sovietica, la cui leadership senza esitazione ha compiuto uno spaventoso attacco militare su uno Stato sovrano e un alleato..”. le parole di Václav Havel in onore dei manifestanti.

Dopo la “dimostrazione dei sette” il giornale di Praga “Literární listy” ha scritto: “Sette persone sulla Piazza Rossa sono almeno sette motivi per cui non saremo mai in grado di odiare i russi”.

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